Filosofia

tra sapere e mitologia...

 

Tutti sanno che la parola "Filosofia" è composta dalla radice: filoς e dalla desinenza: soφia.

filoς = amore

sofia = sapere

 

I più colti, leggendo il contenuto di Filosofia, capiranno subito che il mio fluido satirico tenderà a "favorire" il potere di ...sofia, mentre i più affezionati comprenderanno al volo...il perché di tutto ciò!

 

Vi racconto una storia...

Tanti tanti anni fa...c'erano degli uomini che amavano usare bellissime parole ed espressioni, quali: amicizia, rispetto, unione...comunità ecc.
Questi individui erano convinti assertori che nulla di più contasse, se non la "fratellanza".

Un giorno, mentre sostavano sotto le colonne di un patio, uno di loro lesse una scritta, che si trovava su un muro, poco distante, dall'altra parte della strada...(per intenderci, su suolo: pubblico).


Il muro riportava, a lettere ben evidenti, la frase: "Tutti coloro che si sentono filosofi, in realtà non sono altro che degli emeriti: somari"!

 

 

 

 

 

La cosa fece andare su tutte le furie il Vate D'Ovo...
Così denominato perché pare provenisse da Ovo, un paese, dove le galline erano più numerose di coloro che le allevavano...

"Non è ammissibile tutto ciò" - disse rivolgendosi verso gli altri -
"Chi è mai costui  che osa deridere e denigrare così noi filosofi...?
Che Egli sia punito per tale impudenza"! - gridò, ormai prossimo all'aneurisma aortico -

 

Nato a Tasi il 25 dicembre...di un secolo...indubbiamente: avanti Cristo!
Profeta Cecco

 

 

Gli altri profeti rimasero in silenzio ad assistere alla sfuriata del loro capo, ma in cuor loro fremevano di rabbia in egual misura, specie il profeta Cecco, il quale non capiva con che coraggio, quel individuo agnostico, osasse definire proprio loro...uomini di cultura e di virtù...dei: somari?

Il Vate D'Ovo stava ancora sbraitando come un folle quando, ad un certo punto, videro una persona sopraggiungere dalla strada.

"Oh cielo!" - pensò, il Vate D'Ovo - "Sicuramente leggerà quell'infame scritta, volgerà lo sguardo verso di noi e infine...scoppierà a ridere".

 

 

 

Proveniente da Renavo e nato il 31 marzo di un secolo addirittura antecendente...avanti Cristo!
Vate D'Ovo

 

La persona che videro i profeti, in realtà era una donna: Sofia, la quale si fermò proprio davanti al muro.

I profeti erano già belli che pronti a contrattaccare, quando ad un tratto, la donna, senza degnarli di un'occhiata...s'incamminò per proseguire il suo viaggio.
"Ma come" - disse il profeta Reppiolao, il più pacioso di tutti -
"Se ne va senza neppure guardare dalla nostra parte?"

Anch'egli nato a Tasi...ma prima di Cecco, il 4 settembre...sempre avanti Cristo!Reppiolao

Il Vate D'Ovo, che ovviamente aveva assistito alla scena, ripresosi dallo stupore di tanta indifferenza...chiamò la donna, gridando: "Hèi, tu! Come osi non rivolgere nemmeno un saluto ai filosofi del patio?"

La donna, nell'udire quelle parole si fermò e si girò, volgendo lo sguardo tutto attorno, come in cerca di qualcuno.
Evidentemente non vide ciò che cercava perché si rigirò e si rimise in cammino.

Aveva fatto pochi passi, quando da dietro le sue spalle sentì una voce dire: "Guarda che sto dicendo a te! Perché non saluti i filosofi?" - disse Il Vate D'Ovo -


Sofia

 

 

 

 

 

 

 

 

Sofia si volse, lo fissò ironicamente e disse: "Sta dicendo a me, buon uomo?"

V: "Mi pare ovvio dato che non c'è nessun altro in giro, non ti pare?"
S: "Allora perdoni la mia distrazione e mi riponga la domanda".
V: "Ti ho chiesto perché non hai salutato noi filosofi del patio!"
S: "Non saluto coloro che non esistono."
V: "Stai dicendo che noi non esistiamo?" - disse il Vate D'Ovo indicando con la mano gli altri profeti poco distanti -

S: "Tutt'altro! Voi siete a me ben visibili. Sono i filosofi che non vedo!"
V: "Come sarebbe a dire che non vedi i filosofi? E noi, secondo te cosa siamo?"
S: "Voi site un gruppo di persone, così come io sono una donna". Son dunque le persone alle quali rivolgo il saluto, non a ciò che si sentono di essere!"
V: "Come sarebbe a dire? Noi siamo sia persone che filosofi, e quindi se saluti le perone saluti i filosofi."

S: "Beh se così fosse, allora ho salutato anche dei somari" - disse la donna, indicando la scritta sul muro -

Il Vate D'Ovo, sentì salire in sé due sensazioni concomitanti; la rabbia e la ...frustrazione!

Non era possibile!
Come osava quella donna farlo apparire così stolto davanti agli occhi dei suoi discepoli?

 

Sofia, capì che il profeta stava per esplodere, e dato che per natura non sopportava sceneggiate da mercato, pensò bene di zittirlo, chiedendo: "Senta un po', buon uomo, le hanno mai raccontato...

...la storia del pittore Anul e dell'egocentrico nano Tello?

Vate D'Ovo la guardò e disse: "Chi sono costoro? Non li ho mai sentiti nominare!"
S: "Il pittore Anul era un creativo che girava il mondo, in cerca di soggetti da ritrarre, mentre il nano Tello era il direttore di un circo."
V: "E come hanno fatto a conoscersi?"
S: "Si sono incontrati durante un famoso viaggio di Anul."

S: "Anul era stato chiamato presso il regno del famoso Ethelwulf, per affrescare una sala immensa denominata "il salone dei folletti".
I'Imperatore non aveva posto limiti al pittore, in quanto ne conosceva la fama e la bravura, e fu così che Anul "inventò" dei personaggi fantasiosi che raffiguravano dei folletti.

Il salone dei folletti, in breve tempo, prese vita.
Le immagini e la miscellanea di colori conferivano  alla sala un'aria non tanto misteriosa quanto: mistica.
Gli affreschi erano splendidi!

Il potente Ethelwulf ne rimase così colpito e felice che decise di dare una festa in onore alla fantasia di Anul.
In quei giorni, il circo di nano Tello si era accampato fuori dalle mura della città e ogni giorno faceva entrare in scena i suoi: circensi!
Ethelwulf  venne a sapere di questi spettacoli e decise di invitare nano Tello e il suo circo alla festa del regno, così che gli ospiti si potessero allietare con degli spettacoli divertenti.

La festa fu un successo.
Anul ricevette il suo meritato riconoscimento di "grande talento artistico" ed ottenne, da parte di nobili e magistrati, diverse commissioni.
La festa volgeva ormai al culmine, quando ad un ceto punto arrivò nano Tello.
Voleva ringraziare personalmente l'Imperatore Ethelwulf  dell'invito, ma quando si trovò nel salone dei folletti...perse il senno!

In ogni folletto rivedeva una persona a lui nota.
Rivide addirittura sé stesso, in un folletto che tentava di combattere un drago enorme...senza per altro riuscirci.

Incominciò a gridare come un ossesso contro Anul, accusandolo di aver ridicolizzato il suo circo e di aver infamato le persone che vi lavoravano.

Anul rimase folgorato di fronte a una tale reazione, così come tutti i presenti che pensarono subito che il nano fosse ormai completamente impazzito.
Nano Tello continuava ad urlare e ad inveire contro Anul, tanto che tutti i presenti si chiusero a cerchio intorno al pittore, perché temevano che la pazzia del nano lo portasse a commettere un gesto insano.

Ethelwulf  che aveva assistito alla scena, dapprima scioccato e poi via via sempre più divertito...si avvicinò a nano Tello e disse: "Oh egocentrico, suvvia dimmi, che ti succede? Cos'è che scatena questa crisi isterica da donnicciola? Cosa ti turba a tal punto?"

Il nano gridò: "I contenuti della sala dei folletti sono offensivi e denigranti per tutto il mio circo!"
Anul stava per rispondere quando intervenne Ethelwulf, che con una sonora risata disse: "Nano...nano Tello, stai veramente dichiarando di fronte a tutto il mio regno e al resto del mondo che i folletti affrescati siete voi?
Sei pienamente consapevole di ciò che dici?
Stai, veramente e pubblicamente dichiarando che quelle creature buffe ed eteree...siete ciascuno di voi?"

Nell'udire quelle parole il nano si zittì!
Nessuno seppe mai, con certezza, se se ne andò per vergogna o per paura...ciò che tutti ricordano fu che, l'egocentrico nano Tello e il suo circo...uscìrono dalla sala in silenzio e con la proverbiale: coda fra le gambe!
Conscio di aver fatto la figura del: folletto!

 

Vate D'Ovo e i suoi discepoli erano rimasti in assoluto silenzio per tutto il tempo della durata della storia.

Quando Sofia tacque li guardò negli occhi uno ad uno, e ciò che vi lesse fu solo una profonda: vergogna!

Immagino, che a questo punto avrete capito tutti che Sofia altri non è che ...la Dea della Sapienza!
Guardò i profeti e chiese: "Signori miei, è giunto il momento di riprendere il mio lungo viaggio, ma prima vorrei sapere come ritenete di dover essere salutati.
Siete dunque: uomini o filosofi?"

Colui che parlò fu il placido Reppiolao e lo fece dopo che vide Vate D'Ovo e il compagno Cecco, abbassare lo sguardo e la testa.
R: "Cara Sofia, abbiamo dimostrato di non essere né uomini né tanto meno filosofi...riteniamo, pertanto, di meritare di essere salutati come emeriti...stolti!"

Nell'udire quelle parole, la Dea della Sapienza sorrise soddisfatta e si incamminò...in silenzio per proseguire la sua missione: far scorrere il sapere fino ad inondare tutti i lidi dell'ignoranza!

 

 

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